VERSANTE IONICO
In questo versante incontreremo una serie di grotte molto diverse da quelle del versante adriatico e con un’importanza superiore dal punto di vista storico-archeologica.
Procedendo verso ovest, prima di oltrepassare PUNTA RISTOLA (estremo lembo meridionale del Salento), si potrà notare a mezza costa la GROTTA PORCINARA, all’altezza dell’omonima insenatura, nel quale si può accedere solo via terra. Si tratta di una grotta scavata dall’uomo e utilizzata come santuario pagano dai naviganti che, provenienti o in partenza verso la Grecia, vi si fermavano per onorare Giove o Venere.
GROTTA DEL DIAVOLO
Avvicinandoci alla PUNTA RISTOLA, noteremo in questo sperone di roccia la GROTTA DEL DIAVOLO che attraversa, longitudinalmente, il promontorio. Si tratta di una grotta molto ampia alla quale si può accedere solo via terra nonostante sbocchi sul mare.
Oltrepassata la punta si costeggeranno delle insenature, dove la più importante è la GROTTA DEL CERCHIO, nome derivante dalla sua forma circolare. Poco oltre si arriva alla GROTTA DI MESCIU SCIANNI. Le viene attribuito questo nome perché si racconta che un certo Maestro Giovanni (in dialetto “Mesciu Gianni”), vi si recasse a raccogliere sassi di vario colore per realizzare mosaici policromi. Si tratta di una piccola grotta ma molto interessante da visitare in quanto le varie colorazioni della roccia all’ingresso della grotta, conferiscono all’acqua dei riflessi straordinari.
Continuando la navigazione si giungerà ad un’insenatura più ampia dove sono situate la maggior parte delle grotte ioniche. La prima che si incontrerà è la GROTTA DEL FIUME, all’interno del canale SPARASCENTI. Si tratta di una grotta profonda circa 30 metri, caratterizzata da una sorgente di acqua dolce da cui prende il nome, con un fondale prevalentemente sabbioso. Ben esposta al sole, mostra dei riflessi e dei giochi di luce veramente spettacolari! Adiacente al canale Sparascenti si trova la GROTTA DEL PRESEPE che, per altro, è collegata a quella del FIUME da un passaggio percorribile a piedi. È una grotta di suggestiva bellezza con, al centro delle due camere che la compongono, una conformazione di natura calcarea che ricorda appunto i personaggi tipici del presepe. Andando avanti si può notare, a circa quattro metri sul livello del mare, la GROTTA TITTI alla quale è problematico accedere. Prende il nome dalla figlia del Paleontologo Blanc che per primo ha condotto studi su questa grotta, rinvenendo per altro numerosi reperti archeologici e naturalistici.
GROTTA DEL FIUME
GROTTA DELLE TRE PORTE
Subito dopo si trova la GROTTA DELLE TRE PORTE che, probabilmente, è la più importante della costa leucana. Presenta tre entrate molto ampie che conducono ad un unico grande ambiente dal quale si accede all’ANTRO DEL BAMBINO. Si tratta di un cunicolo profondo ben 30 metri e alto circa 4 metri dove è stato ritrovato un molare fossile neandertaloide appartenuto a un bambino di circa 10 anni. Una quarantina di metri oltre le tre porte si nota, poco sopra il libello del mare, la GROTTA DEI GIGANTI; dove la presenza di reperti fossili di pachidermi ha alimentato la credenza che vi fossero sepolti i giganti uccisi da Ercole Libico. La GROTTA DELLA STALLA, subito dopo quella dei giganti, insieme a quella della RIMESA sono le ultime della grande insenatura delle tre porte. Sono grotte dai colori verde/azzurro con i riflessi tra i più abbaglianti della totalità delle grotte di Leuca. Per la loro posizione protetta dal libeccio sono state utilizzate dai pescatori come ricovero momentaneo; da quest’ultima peculiarità deriva il loro nome.
Procedendo verso PUNTA MARCHIELLO si noterà l’omonima TORRE, o meglio ciò che ne rimane. Si tratta di una torre di avvistamento costiero del XVI secolo che faceva parte di una cintura di torri similari che, a distanza di circa 3 km l’una dall’altra, consentivano di scorgere in anticipo le navi turche che si avvicinavano a fare razzie. Esempio ben più integro di tali torri è quella dell’OMO MORTO che si trova in pieno centro abitato di Leuca. Prima di arrivare all’ultima grotta del versante ionico, troveremo la CALA DELL’ELEFANTE, poco sopra il livello del mare. Si tratta di una caverna sicuramente abitata dall’uomo a giudicare dai reperti rinvenuti. Alla base è presente una piccola cavità, la GROTTA GHIACCIATA (o dell’acqua dolce), chiamata così per la sorgente di acqua dolce che sfocia al suo interno. Superata Punta Marchiello, dunque, si arriva a una delle più grandi grotte di questo versante, la GROTTA DEL DRAGO. Questa ha un’imboccatura molto larga e profonda circa 40 metri. Entrando, in alto a sinistra, si potrà notare una conformazione stalattitica vagamente somigliante alla testa di un drago, che dà il nome alla grotta stessa. Stando al racconto dei vecchi pescatori, sullo scoglio presente al centro, si vedeva spesso una Foca Monaca molto mal vista dai pescatori stessi in quanto razziava le loro nasse.
GROTTA DEI GIGANTI